Cinema a Dolo - Programmazione Cinema Italia dal 14 al 19.03.2017

Cinema
Data: 
da 14/03/2017 - 18:30 a 19/03/2017 - 20:30
Luogo dell'evento: 
Cinema Italia, Dolo (VE)

 

Cinema Italia, Dolo

Programmazione dal 14 al 19 marzo 2017

Moonlight di B. Jenkins

Oscar 2017 – miglior film – miglior sceneggiatura non originale –

miglior attore non protagonista

Da quando, a partire dall'inizio del nuovo millennio, il cinema afroamericano ha cominciato a presidiare in pianta stabile la programmazione del circuito ufficiale, la preoccupazione dei suoi esponenti più importanti e celebrati è stata quella di preservarne il vitalismo che in larga parte coincideva con l'orgoglio di razza e i richiami alle proprie origini presenti nei lavori di registi come Spike Lee, John Singleton e Mario Van Peebles, che, seppur con risultati tra loro non paragonabili, possiamo oggi considerare i precursori di questo movimento. Tutt'altro che scontate, le preoccupazioni del regista di "Fai la cosa giusta" si riferivano soprattutto al rischio di sudditanza derivata dalla volontà di farsi accettare dall'establishment come in parte è avvenuto con il fiorire di un filone più commerciale perfettamente sovrapponibile alla produzioni di genere (soprattutto commedie) hollywoodiane. La Festa del cinema di Roma prova a dare un contributo alla discussione animandola con la presenza di due titoli come "The Birth of the Nation" di Nate Parker e soprattutto di "Moonlight" diretto da Barry Jenkins, destinati ad animare il dibattito. E se il film di Parker, di cui parliamo in altra sede, si inserisce nella maniera più classica nel filone dei titoli che rileggono la storia per denunciare gli orrori della schiavitù, quello di Jenkins ha le carte in regola per figurare tra i titoli capaci di segnare uno scarto rispetto a ciò che l'ha preceduto.
La trama, divisa in tre atti, ognuno dei quali corrispondenti a una diversa fase della vita del protagonista (infanzia, adolescenza ed età adulta), ci propone uno degli scenari più tipici rappresentato dal ghetto nero (di Miami) in cui, tra violenza, emarginazione e degrado sociale, vive il giovane Chiron, che trova conforto nell'amicizia con il boss del quartiere e la sua compagna, presso i quali si rifugia per supplire all'assenza della madre tossicodipendente e per trovare un'alternativa al bullismo dei compagni di scuola.
Dalla tradizione non si discosta neanche l'iconografia della fauna sociale regolata da una legge della strada uguale a quella che faceva da sfondo alle storie di "Boys on the Hood" e "Training Days", solo per citare due dei lungometraggi più emblematici, né quella urbanistica, dominata dal degrado e dalla decadente fatiscenza del quartiere natale. Ad essere diversi, però, sono la sensibilità del regista e il suo punto di vista sulle vite dei personaggi. Jenkins, infatti, non rinuncia ai temi della droga, della violenza e della discriminazione sociale, ma li filtra attraverso un intimismo che serve alla storia per mettere in scena una formazione esistenziale segnata dalla diversità sessuale, che Chiron scoprirà innamorandosi dell'amico del cuore. In questa maniera il modello del gangsta movie viene svuotato degli stilemi tipici del genere per essere riempito da una poetica rivolta a trasfigurare i turbamenti dell'anima e le ragioni del cuore; con la dicotomia tra realtà e apparenza enfatizzata dalla trasformazione fisica e caratteriale di Chiron, uscito dal carcere trasformato nel corpo e nello spirito per difendersi dal peso delle antiche fragilità.
Tratto da "Moonlight Black Boys Look Blue", opera teatrale di Tarell Alvin McCraney, il film di Jenkins tradisce la sua matrice con immagini che non si limitano ad accompagnare la narrazione ma che si incaricano di inventarla, quando la vicenda riflette sulla condizione umana del protagonista e sulle molte rinascite (familiare, sessuale, sociale) della sua esistenza, ogni volta associate alla presenza dell'acqua, elemento psicanalitico destinato a fungere da fonte battesimale nella sequenza del bagno con Juan, che suggella la responsabilità genitoriale assunta dall'uomo nei confronti del suo piccolo amico.

 

Sei vie per Santiago di L.B. Smith (film sottotitolato in italiano)

serata evento, ospiti in sala persone che hanno percorso il cammino

Wayne ha 65 anni, ha perso da poco la moglie. Cammina con Jack, 73 anni, il prete episcopale che ha celebrato il funerale. Misa è danese, sportiva, competitiva. Pensava che avrebbe voluto camminare da sola, ma poi ha incontrato il canadese William, che ha il suo stesso passo veloce, e non si sono più seprati. Annie viene da Los Angeles, il ginocchio le fa male, la fatica la fa piangere, ma smettere sarebbe ancora più doloroso. E poi ci sono Sam, dal Brasile, in piena crisi esistenziale, Tomas, che non sapeva se fare kite-surfing o intraprendere il cammino, Tatiana, di 26 anni, fervente religiosa, con il fratello ateo e il figlio Alexis, che di anni ne ha 3, ed è il più giovane della compagnia.

Il cammino di Santiago di Compostela è lungo quasi 800 kilometri e attraversa il Nord della Spagna per terminare nell'Oceano a Finisterre. Non è un'impresa semplice, eppure sono secoli che le genti di ogni dove lo percorrono. Molti partono con una domanda nel cuore, perché in quello spazio e in quel tempo, immersi nella natura e segnati dalla fatica ma anche dall'emozione, il confronto con se stessi è inevitabile e spesso illuminante. La regista lo ha fatto nel 2008, dopodiché, al ritorno a casa, la stessa "chiamata" che l'aveva messa sulla strada spagnola la prima volta, l'ha indotta a tornare per documentare il pellegrinaggio di altre persone. Il suo approccio è profondamente umanistico: il paesaggio ha ovviamente il suo spazio, ma non è alla sua contemplazione che si dedica il documentario. Allo stesso modo, la geografia del percorso, la pittoresca burocrazia dei timbri, il cibo e le messe, finiscono inevitabilmente nelle riprese di Lydia B. Smith ma non viene concesso loro uno spazio autonomo. Al centro, dall'inizio alla fine, ci sono le persone (le sei che ha scelto al montaggio, dopo averne seguite più del doppio per un totale di 300 ore di girato).

Piove, fa freddo, oppure il sole brucia in testa e sulle spalle, le vesciche sono causa di dolori atroci, la febbre può allettare per un po', ma ogni giorno è diverso, ogni tratto è diverso, e questo cambiamento, di sfondo e di umore è in fondo una metafora della vita, e si va avanti nonostante tutto, sperimentando difficoltà e gioie a fasi alterne, in vista della ricompensa finale, in autostima e significato.
Dal film della Smith emerge bene un piccolo paradosso: quello che s'intraprende, anche se non sempre in solitaria, come un viaggio individuale, alla ricerca di sé, della risposta che probabilmente abbiamo già dentro ma dietro una nebbia troppo fitta per riconoscerla, si trasforma quasi sempre in un'esperienza di condivisione e di collettività. Il Cammino, sembra dire il film, in un modo o nell'altro, ti sorprende. Ed è in questo sovvertire le aspettative che il Cammino incontra la vita e anche il cinema

 

Ozzy – cucciolo coraggioso di A. Rodriguez

Ozzy, un simpatico beagle, svolge una vita serena e idilliaca fino al giorrno in cui i suoi padroni, devono improvvisamente partire per il Giappone senza la possibilità di portarlo con loro. Profondamente addolorati, i Martins dovranno cercare una sistemazione temporanea per Ozzy e la scelta ricade su un canile extra lusso. Ma quello che all'apparenza sembra un paradiso di amore e coccole, si rivelerà ben presto una terribile prigione per cani, gestita da un proprietario malvagio. Ozzy dovrà trovare la forza di resistere e il coraggio di scappare grazie anche all'aiuto dei suoi nuovi amici a 4 zampe.

 

Il primo meraviglioso spettacolo di D. Sibaldi

sarà presente in sala il regista

Quando si è bambini, non esistono differenze, pregiudizi, razze. E non esistono stranieri. Tutti si riconoscono uguali attraverso il gioco e lo spirito d’avventura. Succede proprio questo nel documentario «Il primo meraviglioso spettacolo» del regista e scrittore Davide Sibaldi, promosso da Amnesty International e Unicef e in programma il 19 febbraio al teatro dell’Affratellamento in via Gianpaolo Orsini 73 (ore 17,30 e ore 21, ingresso 7 euro, parte dell’incasso sarà devoluto alle attività di Amnesty a sostegno dei diritti umani). Basato sul libro sui rifugiati dal titolo «Giuseppe lo sputafuoco», scritto e illustrato proprio da Sibaldi, il film racconta la storia di un grande spettacolo teatrale in cui recitano 45 bambini provenienti da 11 Paesi del mondo e altri bambini italiani con disabilità psichica.

Infanzia e integrazione

Un film per bambini, ma soprattutto per gli adulti, sull’importanza del bambino interiore che regna in ciascun essere umano e che dovremmo imparare ad ascoltare. Tre le parti: prima la storia del libro sui rifugiati raccontata a cartoni animati; poi la fase di realizzazione dello spettacolo teatrale dei bambini; infine le interviste ai 35 bambini dello spettacolo e ai genitori su infanzia e integrazione. Ed è quest’ultima parte ad evidenziare i differenti approcci ai temi della diversità tra i bambini e gli adulti. «Questo spettacolo teatrale — ha spiegato il regista Sibaldi — è stato creato per unire ulteriormente i bambini delle differenti culture e capacità psichiche. E da questo spettacolo è nato il documentario, che intende affrontare l’immigrazione con un approccio diverso, concentrandosi sugli aspetti positivi e gioiosi, superando le etichette di dolore e distruzione con cui solitamente viene raffigurato questo tema».

La marcia dei pinguini: il richiamo di L. Jacquet

Un pinguino imperatore, dopo aver covato l'uovo che conteneva suo figlio e aver poi tenuto al caldo il figlio stesso dalla nascita fino al raggiungimento di una dimensione ragguardevole, deve insegnargli a diventare adulto e avviarlo verso il viaggio in direzione del Mare Antartico dove il pulcino dovrà imparare a nuotare e a procurarsi il cibo come ogni altro membro del branco. Questo processo di iniziazione non è privo di incognite o di pericoli, dalle tempeste di neve ai crepacci ai predatori, ma papà pinguino non si ferma davanti a nulla e consegna junior al destino per cui è stato messo al mondo.

12 anni dopo il successo mondiale di La marcia dei pinguini, lo scienziato e documentarista francese Luc Jacquet torna a raccontare i più simpatici abitanti dell'Antartide attraverso un lavoro che ha richiesto mesi di osservazioni e di riprese, sopra e sotto la banchisa ghiacciata.

Il risultato è il resoconto accorato e partecipe della vita di una comunità che commuove per spirito unitario e determinazione ad affrontare insieme ogni impresa, dalle lunghe marce di migliaia di componenti alla formazione a testuggine per fare fronte ai venti gelidi del Polo.

Fin dalla prima scena La marcia dei pinguini - Il richiamo conferma l'enorme capacità pittorica di Jacquet, che non si accontenta di documentare l'esistente ma cerca di dargli un senso estetico profondo, aumentando con ralenti, primissimi piani e riprese mozzafiato il valore cinematografico della storia che racconta. Le immagini sono ben lontane dalla distanza oggettiva di certe (pur bellissime) sequenze del National Geographic perché restano impregnate della forte empatia del regista nei confronti delle creature che ritrae.

 

Rosso Istanbul di F. Ozpetek

Ferzan Ozpetek traspone su grande schermo il suo romanzo autobiografico, "Rosso Istanbul". Come nel libro, anche nel film il protagonista è un affermato regista turco che un giorno decide di tornare nella capitale turca, dov'è nato e dove ha trascorso infanzia e adolescenza. Un ritorno a casa improvviso, il suo, che gli riserverà non poche sorprese.

Dopo 8 lavori realizzati tutti in Italia, con questo film il regista torna agli esordi della sua carriera, gli anni scanditi da Il bagno turco e Harem Suare. Il cineasta mette l'accento sul tema del ritorno che - dice - "quasi sempre è legato al cambiamento". E aggiunge: "Tutti abbiamo assistito in questi anni al cambiamento del rapporto tra Occidente e Oriente, non solo politico e sociologico ma anche emotivo che è poi l'aspetto che più mi coinvolge. Perché è cambiato, dopo tanto tempo trascorso in Italia, anche il mio rapporto con Istanbul. Con questo film, attraverso i personaggi ognuno dei quali è una parte di me, tento di ricucire quella relazione".

Il cast è composto di attori turchi tra i quali il pubblico italiano riconoscerà Serra Yilmaz, una delle 'muse' del regista.

È una co-produzione italo-turca prodotta da R&C Produzioni e BKM con Rai Cinema. Produttori Tilde Corsi e Gianni Romoli.

 

martedì 14 marzo:

ore 18.30 – MOONLIGHT di B. Jenkins

oscar 2017: miglior film, miglior sceneggiatura non originale, miglior attore non protagonista

ore 21 – SEI VIE PER SANTIAGO di L. B. Smith – ingresso € 5

serata evento alla scoperta del famoso cammino con ospiti in sala.

 

mercoledì 15 marzo:

ore 18.15 – OZZY (cucciolo coraggioso) di A. Rodriguez – ingresso € 4

ore 21 – IL PRIMO MERAVIGLIOSO SPETTACOLO di D. Sibaldi – ingresso € 5

serata evento con la presenza del regista. Un opera che porta in scena infanzia ed integrazione basata sul libro “Giuseppe lo sputafuocoâ€.

 

venerdì 17 marzo:

ore 21 – AMORE BATICORE – (i venerdì a teatro) – ingresso € 8

Compagnia Teatro Instabile – Selvazzano (PD), http://teatroinstabile.org/

 

sabato 18 marzo:

ore 18.15 – LA MARCIA DEI PINGUINI (IL RICHIAMO) di L. Jacquet

ore 21 – ROSSO ISTANBUL di F. Ozpetek

 

domenica 19 marzo:

ore 16 – LA MARCIA DEI PINGUINI (IL RICHIAMO) di L. Jacquet

ore 18 e 20.30 – ROSSO ISTANBUL di F. Ozpetek

 

Prossime proiezioni

martedì 21 marzo:

ore 18 – ROSSO ISTANBUL di F. Ozpetek – ingresso € 5

ore 20.30 – IL LAGO DEI CIGNI (Bolshoi Ballet) – ingresso € 10

 

mercoledì 22 marzo:

ore 18.30 – LA MARCIA DEI PINGUINI (IL RICHIAMO) di L. Jacquet – ingresso € 5

ore 21 – ROSSO ISTANBUL di F. Ozpetek – ingresso € 5

 

venerdì 24 marzo:

ore 21 – SIOR FELICE CHE CUCCAGNA – (i venerdì a teatro) – ingresso € 8

Compagnia Arlecchino – Bassanello (PD), http://www.arlecchino.pd.it/

 

domenica 26 marzo:

ore 16.15 – LA MARCIA DEI PINGUINI (IL RICHIAMO) di L. Jacquet – ingresso € 4

ore 18.15 e 20.30 – QUESTIONE DI KARMA di E. Falcone

 

lunedì 27 marzo:

ore 18.30 – QUESTIONE DI KARMA di E. Falcone - ingresso € 5

ore 21 – LA TARTARUGA ROSSA di M. Dudok de Wit

 

martedì 28 marzo:

ore 18.30 – LA TARTARUGA ROSSA di M. Dudok de Wit

ore 21 – QUESTIONE DI KARMA di E. Falcone – ingresso € 5

 

mercoledì 29 marzo:

ore 18.30 e 21 – LA TARTARUGA ROSSA di M. Dudok de Wit

 

venerdì 31 marzo:

ore 21 – IL TESTAMENTO – (i venerdì a teatro) – ingresso € 8

Compagnia Divertiamoci Insieme – Campagna Lupia (VE)

 

sabato 01 aprile:

ore 18.30 – LA TARTARUGA ROSSA di M. Dudok de Wit

ore 21 – IL DIRITTO DI CONTARE di T. Melfi

 

domenica 02 aprile:

ore 16.15 – IL DIRITTO DI CONTARE di T. Melfi

ore 18.45 – LA TARTARUGA ROSSA di M. Dudok de Wit

ore 20.30 – IL DIRITTO DI CONTARE di T. Melfi

 

martedì 04 aprile:

ore 18.30 – RAFFAELLO. IL PRINCIPE DELLE ARTI – ingresso € 8 (la grande arte al cinema)

ore 20.30 – IL LAGO DEI CIGNI (BOLSHOI BALLET) – ingresso € 10

 

mercoledì 05 aprile:

ore 18.15 – IL DIRITTO DI CONTARE di T. Melfi – ingresso € 5

ore 21 – RAFFAELLO. IL PRINCIPE DELLE ARTI – ingresso € 8 (la grande arte al cinema)

 

venerdì 07 aprile:

ore 21 – PAGAMENTO ALLA CONSEGNA – (i venerdì a teatro) – ingresso € 8

Compagnia Amici del Teatro di Pianiga (VE), http://www.amicidelteatrodipianiga.it/

 

 

Comune: 
Dolo
Località: 
Cinema Italia Via Comunetto, 12-14 30031, Dolo-Venezia
Organizzatori: 
Cinema Italia, Dolo