L'AVARO

Teatro
Data: 
22/02/2017 - 19:30
Luogo dell'evento: 
Teatro Toniolo, Piazzetta Cesare Battisti, Mestre (VE)

 

IO SONO TEATRO
teatro Toniolo
di Mestre 

 

turni A B C D E

22 febbraio 2017, ore 19.30

23 febbraio 2017, ore 21.00
24 febbraio 2017, ore 21.00
25 febbraio 2017, ore 19.30

26 febbraio 2017, ore 16.30

 

22 febbraio 2017, ore 19.30

 

Alessandro Benvenuti
L'AVARO

 

di Molière

adattamento, ideazione spazio, regia Ugo Chiti
con(in ordine di apparizione)
Arpagone Alessandro Benvenuti
Valerio Gabriele Giaffreda
Elisa Lucia Socci
Cleante Andrea Costagli
Freccia  Massimo Salvianti
Mastro Giacomo Dimitri Frosali
Don Anselmo  Paolo Ciotti
Frosina Giuliana Colzi
Mariana Desirée Noferini
Ricerca e realizzazione costumi Giuliana Colzi
Luci Marco Messeri
Musiche Vanni Cassori      

 

Note di regia

PREMESSA

“Libero adattamento da Molière” o forse sarebbe più corretto dire “rispettoso tradimento” oppure potrei azzardare in vena di barocchismi, una sottotitolazione più pretestuosa come “da Molière le premesse per una metateatrale rivisitazione attorno a L’avaro” …

Come sempre, al momento di buttare giù qualche nota di regia, si affollano indicazioni diverse, spesso contraddittorie che spiegano bene le conflittualità interne di una riscrittura che non vorrebbe mai stravolgere l’originale ma “attraversarlo” con una riappropriazione drammaturgica attenta ad attualizzare, per certi aspetti, i personaggi come a rivederne età e connotazioni secondo le logiche di un “autore di compagnia” che rispetta il suo ensemble di attori concui lavora da più di trent’anni.

ADATTAMENTO

La storia critica de L’avaro, esemplificando in maniera sommaria, nei secoli si è divisatra coloro che considerano la commedia un’opera comico farsesca con un buffone al centro della vicenda e quelli che vi leggono una componente seria che nel personaggio di Arpagone sfiora quasi il tragico.

L’adattamento guarda L’avaro occhieggiando a Balzac senza dimenticare la commedia dell’arte intrecciando ulteriormente le trame amorose in un’affettuosa allusione a Marivaux.

Contaminazioni a parte, Arpagone resta personaggio centrale assoluto, mantenendo quelle caratteristiche che da sempre hanno determinato la sua fortuna teatrale, si accentuano alcune implicazioni psicologiche, si allungano ombre paranoiche, emergono paure e considerazioni che sono anche rimandi al contemporaneo.

La “parola” è usata in maniera diretta, spogliata di ogni parvenza aggraziata, vista in funzione di una ritmica tesa ad evidenziare l’aggressività come la “ferocia” più sotterranea della vicenda.

Altra scelta della riscrittura è stata quella di ridisegnare alcuni passaggi del testo ritenuti da sempre “deboli o frettolosamente liquidatori”; vedi, per esempio, il piano per ingannare Arpagone, chesolo annunciato da Frosina all’inizio del quarto atto nell’originale, diviene in questo caso un’occasione drammaturgica per accentuare il livore risentito e la spinta illusoria dei figli Elisa e Cleante. Con eguale libertà drammaturgica l’improvviso e precipitato scioglimento finale, accentua una valenza fiabesca suggerendola fino dalla prima scena (Valerio - Elisa) per poi utilizzarla come un “rilancio” finale di Arpagone che si riprende appieno la scena ribadendo così la peculiarità di personaggio senza antagonisti, consumandosi in un assolo delirante perfettamente speculare al prologo – monologo che dà l’avvio allo spettacolo.

ATTORI

Il gruppo “storico” dell’Arca Azzurra, assieme ad alcuni giovani attori, torna ad affiancare dopo “Nero cardinale” la presenza appassionata di Alessandro Benvenuti che veste i panni ambiguamente divertiti e feroci di Arpagone.

LA SCENA

Un interno che potrebbe suggerire un magazzino polveroso dove si mimetizzano ricchezze, accumuli nascosti in vecchie casse nude, niente grazia, civetterie di arredi, sedute riconoscibili, comode. Un luogo dove si avverte l’ossessione del risparmio quasi come una sottrazione di vita.

Una scena cubica, volumetrica che potrebbe ospitare la tragedia greca come prestarsi alle labirintiche evoluzioni di una farsa chiassosa e colorata.

I COSTUMI

Come sempre, nei miei adattamenti da un classico, i costumi rifuggono una scelta filologica, sono più usati come suggerimento di caratteri, allusioni cromatiche, indicazioni di “travestimenti” interiori dei personaggi. I costumi come la scena, nascono durante la scrittura, diventano una specie di sostegno drammaturgico che aiuta la definizione e la messa a fuoco di ogni parte del testo.                                  

Ugo Chiti

 

BIGLIETTI
Intero € 29,00 | Ridotto € 26,00 | Last minute under 30 €10,00
MOMIX Intero € 37,00 | Ridotto € 31,00

 

VENDITA BIGLIETTI
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PREZZI
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Gli abbonamenti sono acquistabili solo in biglietteria del Teatro Toniolo.

 

RIDUZIONI

Biglietto ridotto fino ai 30 e dopo i 65 anni.

Ingresso ridotto per i diversamente abili e accompagnatori.

Altre specifiche riduzioni presso la biglietteria del teatro.

Particolari agevolazioni sono riservate al pubblico organizzato.

La prevendita del biglietto comporta il pagamento di un diritto, che non viene applicato se l’acquisto avviene il giorno stesso dello spettacolo.

 

MODALITĂ€ DI PAGAMENTO

Contanti, assegno bancario, bancomat.

 

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BIGLIETTERIA

Aperta dalle 11.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.30.

Lunedì giorno di chiusura.

 

INFORMAZIONI

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Non è consentito l’accesso in sala a spettacolo iniziato; i ritardatari potranno avere accesso in sala secondo le indicazioni del personale di sala.

La direzione si riserva il diritto di apportare eventuali modifiche al programma dovute a circostanze impreviste.

 

Comune: 
Venezia
LocalitĂ : 
Teatro Toniolo, Piazzetta Cesare Battisti, Mestre (VE)
Organizzatori: 
Associazione Culturale Arteven